Da Pambianco news
L’Ue passa al contrattacco nella ‘lotta’ doganale con gli Stati Uniti. La Commissione europea ha pubblicato la lista delle importazioni americane che rischiano di finire sotto tiro. Si tratta di prodotti largamente esportati in Europa e destinati a essere sottoposti a tassazioni, quote e altre restrizioni, se il presidente Donald Trump non dovesse esentare tutti i 28 Paesi membri dagli annunciati dazi sull’acciaio e sull’alluminio e, si vocifera, addirittura sulle auto.
La lista è lunga e parecchio dettagliata: si va dai jeans al burro d’arachidi, dalle magliette di cotone fino a elettrodomestici, cosmetici e scooter. L’obiettivo principale di Bruxelles, comunque, resta quello di trovare un accordo con Washington.
“Questa notizia, purtroppo, aumenta la nostra preoccupazione. Il “fronte” aperto dal Presidente Trump nella metallurgia rischia concretamente di far partire un effetto domino di sicuro impatto nel perimetro degli affari delle piccole imprese. E il tutto va a sommarsi ad una Brexit che ancora non è chiaro cosa comporterà e l’embargo russo che persiste da 3 anni e ci ha già causato ingentissimi danni”. Questo il pensiero di Agostino Bonomo, Presidente regionale veneto di Confartigianato. “Stiamo parlando di 3 delle prime 5 potenze mondiali che stanno chiudendo, o si sono viste chiudere, i confini commerciali -prosegue il Presidente-. Nei primi 9 mesi del 2017, le esportazioni venete negli USA, Inghilterra e Russia, ammontavano a oltre 7,3 miliardi di euro (quasi esclusivamente dati dal manifatturiero) sui 45,5 miliardi totali (16%). Verso gli Stati Uniti sono andati 3,7 miliardi di euro. Nel Regno Unito il Veneto ha venduto 2,6 miliardi di euro di beni ed in Russia 966 milioni. A certificare questi numeri l’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto sull’export delle MPI regionale nei primi nove mesi del 2017 di fonte ISTAT.
“Negli USA, in particolare, esportiamo soprattutto prodotti metalliferi e della metalmeccanica (metallurgia, macchinari apparecchiature n.c.a.), che hanno toccato il miliardo e 137 milioni di euro (un terzo del totale) nei primi 9 mesi dell’anno, – ricorda il Presidente –, a cui vanno aggiunti 952,4 milioni di prodotti di altre industrie manifatturiere. Mentre in Inghilterra arrivano tantissime altre nostre produzioni come gli alimentari e bevande (470 milioni di euro) e la moda (tessile abbigliamento pelletteria) per 420 milioni di euro. Soprattutto nel Regno Unito ci saranno le maggiori difficoltà perché le merci non viaggeranno più come attualmente accade. Immaginiamoci solamente quali saranno i problemi di sdoganamento alle frontiere”.
“In ogni caso – continua Bonomo – il Veneto dovrà andare avanti anche con i dazi americani o con la Brexit. Le due situazioni influiranno non poco ma crediamo che la situazione che verrà a crearsi spingerà le imprese a puntare su innovazione, qualità e formazione ma soprattutto le costringerà a trovare nuove vie commerciali, come quelle dell’est o dell’Oriente. Probabilmente un aiuto potrà arrivare dalle oscillazioni del tasso di cambio. Il rischio è quello di tornare indietro di decenni, passando da una situazione di libera circolazione di merci e lavoratori ad una frattura profonda, fatta di chiusura dei mercati e ripristino di dazi e tariffe, sia da una parte che dall’altra”.
Mi auguro- afferma Bonomo- che l’Europa sia in grado di trovare le modalità necessarie a gestire e limitare le ricadute di tutto questo”.