In occasione della più importante fiera di settore “Progetto Fuoco” che si svolge a VeronaFiere in questo fine settimana, le categorie regionali degli installatori di impianti e dei Fumisti/Spazzacamini hanno promosso un interessante seminario tecnico dedicato al tema “La biomassa in Regione Veneto: la corretta installazione e manutenzione degli impianti ed azioni normative per il loro utilizzo”.
“Una gran fetta del nostro patrimonio immobiliare -ha affermato Agostino Bonomo Presidente Confartigianato Imprese Veneto- inteso come case, capannoni, condomini ma anche i loro impianti di riscaldamento, sono “euro 0”. Siamo abituati a rottamare le auto ma, il metro cubo lo consideriamo per sempre. In particolare -ha proseguito- in tema di riscaldamento, una indagine della Regione Veneto, realizzata da ARPAV, a stimato (con 10mila interviste), le emissioni in atmosfera portando ad individuare una percentuale piuttosto elevata di utilizzo delle biomasse legnose: il 34% degli utenti intervistati utilizza legna, di cui il 29% per riscaldare l’abitazione, il 2% per cucinare ed il 3% per uso misto. Il rimanente 66% invece non la utilizza. Se a questo abbiniamo che le emissioni della combustione della legna sono responsabili di oltre il 40% delle emissioni nazionali di PM10 primario (circa il 40% delle emissioni nazionali di PM dalla combustione della legna è prodotta dalle regioni del bacino padano) e teniamo conto che la gran parte di questo contributo (il 99%) viene dalla combustione della legna in stufe tradizionali, caminetti aperti e chiusi ed, in misura minore, dalle stufe innovative, emerge con forza l’importanza di avere non solo attrezzature all’avanguardia ma una corretta loro installazione e soprattutto periodica e frequente manutenzione. Qui entrano in campo i nostri professionisti, installatori e manutentori che diventano i paladini della nostra sicurezza e dell’ambiente”.
La provincia che fa registrare la percentuale più elevata di caminetto aperto è Verona (20%), seguita da Rovigo (18%). Per il caminetto chiuso il primato va a Venezia (21%), mentre la stufa tradizionale presenta valori pressoché uguali a Belluno (47%) e a Treviso (44%). La stufa a pellet è più diffusa nelle province di Rovigo (23%), Venezia (21%) e Padova (19%), come mostra la tabella seguente Complessivamente si stima, all’anno 2013, un consumo regionale di 1.868.869 t/anno di biomasse legnose (legna e pellet) suddivise in 1.665.129 t/anno di legna e 203.740 t/anno di pellet.
L’indagine ha evidenziato come il 24% degli utilizzatori frequenti (uso risc. e misto) che impiegano le biomasse legnose per riscaldare l’abitazione sarebbe disposto a cambiare un vecchio apparecchio con uno più efficiente e meno inquinante, a fronte dell’erogazione di un incentivo economico
“Ci troviamo davanti ad una sfida importante sulle biomasse -ha concluso Bonomo-: o si trova il modo di ridurre in maniera sostanziale le emissioni di inquinanti – ed i sistemi ci sono ma richiedono risorse da parte pubblica, impegno da parte dei progettisti e dei costruttori di impianti per andare verso tecnologie più pulite, conoscenza dei problemi e scelte consapevoli da parte degli utenti finali e soprattutto coinvolgimento di tutta la filiera della biomassa legnosa – oppure si rischia di dover abbandonare le biomasse a favore di altre forme di energia rinnovabile o tornare ai combustibili fossili meno impattanti (metano, GPL).
“La Regione Veneto – ha affermato Luciano Rossi Presidente regionale dei fumisti/spazzacamini- si sta adeguando, anche grazie ai nostri suggerimenti come categoria, alle evidenze dell’impatto della combustione di biomasse sulla qualità dell’aria, ponendo vincoli più stringenti per l’installazione e l’utilizzo di caminetti e stufe, favorendo soluzioni tecnologiche più performanti dal punto di vista ambientale. Diventa quindi importante, mettere in atto anche specifiche azioni di supporto, che comprendono nell’ottica della massimizzazione del loro utilizzo, la periodica manutenzione dell’impianto e la pulizia della canna fumaria, contribuendo a ridurre le emissioni di inquinanti in atmosfera”.
“Il piano di tutela e risanamento dell’atmosfera – ha spiegato il direttore di Area Tutela Sviluppo Territoriale della Regione Veneto dr. Alessandro Benassi- approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 90 del 19 aprile 2016, è il documento di riferimento per le politiche ambientali della Regione Veneto finalizzate alla riduzione dell’inquinamento atmosferico. Il Piano contiene un pacchetto di azioni strutturali, riferite alle diverse tematiche di competenza regionale. In ottemperanza all’azione A2.2, la Regione Veneto è intervenuta con DGRV 146/CR/2014 e con DGRV 2605/2014 assegnando contributi a privati per la dismissione di impianti di riscaldamento a biomasse obsoleti di potenza inferiore o uguale a 35kW e l’acquisto di apparecchi di nuova concezione a basse emissioni in atmosfera e ad alta efficienza energetica. E’ in programma un nuovo Bando”, ha concluso.
Al convegno sono intervenuti: Lucia Caregnato Vice Presidente Confartigianato Unione Provinciale Artigiani Verona, Agostino Bonomo – Presidente Confartigianato Imprese Veneto, Dario Dalla Costa – Presidente Federazione Impianti Confartigianato Imprese Veneto, Luciano Rossi – Presidente Fumisti Spazzacamini Confartigianato Imprese Veneto, Alessandro Benassi – Direttore Area Tutela Sviluppo Territoriale Regione Veneto, German per. ind. Puntscher – Membro del Comitato Tecnico La nuova norma UNI 10847.