“La Regione e gli enti locali devono far partire le ispezioni per il rispetto dei controlli periodici da parte delle utenze, alle caldaie, il mancato stanziamento ed investimento nel personale che dovrebbe essere incaricato, produce un pericoloso atteggiamento di scarso
controllo e manutenzione che può portare a delle tragedie anche in Riviera del Brenta”. A lanciare l’appello è Andrea Bernardi vicepresidente e capo categoria degli impiantisti dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa Città della Riviera del Brenta insieme al
Presidente Luca Vanzan e al segretario Giorgio Chinellato.
“La stagione termica – spiegano Andrea Bernardi e il presidente Vanzan – è iniziata e una caldaia con una non corretta manutenzione e pulizia è fonte rilevante di inquinamento. Chi non interviene eseguendo i controlli periodici, mette sì a rischio la salute di tutti, ma attenta anche alla propria salute, sia a causa delle emissioni, sia per via delle esalazioni e malfunzionamenti che può avere l’impianto di riscaldamento. Un rischio più elevato con caldaie che hanno più di 10 anni. La gente però capendo che, le ispezioni a chi non verifica lo stato delle caldaie da personale preparato e autorizzato non si fanno, ovviamente evita quello che ritiene un costo oneroso”.
Ma ecco i dati. Gli imprenditori artigiani specializzati iscritti nella manutenzione delle caldaie, iscritti all’Associazione, sono 42. In Riviera del Brenta ci sono 42 911 caldaie registrate mentre altre 10 mila sono le caldaie ancora da registrare. In tutta la provincia di
Venezia sono stati registrati 282.814 impianti e si stima ci siano ancora circa 40.000 generatori da censire. Casi di tragedie dovuti ad impianti di riscaldamento difettosi se ne registrano tantissimi ogni anno in Italia A livello nazionale nel comparto metano sono aumentati da 83 a 106 gli incidenti per i quali non sono stati registrati esplosioni, incendi o scoppi e si è registrata una diminuzione da 5 a 4 per i decessi per intossicazione da monossido di carbonio. Nel settore del Gpl, risultano in lieve aumento gli incidenti registrati da 124 a 127 e si registra un decremento significativo del numero dei decessi che passano da 34 a 9. I dati del 2018 saranno disponibili a gennaio. “Le ripetute segnalazioni – spiegano Chinellato e Bernardi- non sono un pretesto per un ritorno economico, ma una sottolineatura ad una giusta norma in vigore dal 2013 che tutela la salute di tutti producendo anche un beneficio ambientale ed economico; un impianto pulito rende maggiormente con un evidente risparmio economico”.
Da qui un appello gli enti locali ad attivare quelle ispezioni promesse da anni e mai attivate concretamente per mancanza di stanziamento di fondi ad hoc. Va ricordato infine come nell’ultimo quadriennio ci sia stata la revisione delle principali norme Uni, che disciplinano la progettazione e l’installazione degli impianti gas ad uso civile. Va
ricordato infine che il tema è stato trattato proprio dall’Associazione lo scorso aprile con un convegno specifico sulle norme Uni, che si è tenuto proprio nella sede a Dolo. Si tratta di norme che costituiscono fonte imprescindibile per gli operatori del settore con particolare attenzione ai percorsi di qualificazione-certificazione degli operatori del post-contatore gas.