Il settore delle imprese del comparto della meccanica in Riviera del Brenta è in difficoltà a causa dell’aumento del costo delle materie prime. A sottolinearlo è l’Associazione Artigiani Piccola e media impresa “Città della Riviera del Brenta“. Ad intervenire sulla questione è il capo categoria dell’Associazione Riccardo Carlin.
L’area a metropolitana di Venezia annovera sul territorio 1243 imprese del comparto, di cui : 996 imprese sulla meccanica e subfornitura, 140 imprese sulla carpenteria meccanica, 107 imprese sulla carpenteria per un totale di 1243 imprese. Il comprensorio della Riviera sul territorio di pertinenza ne annovera circa 320. Iscritte all’Associazione ve ne sono circa 90. Delle 1243 imprese le aziende con dipendenti sono circa 1.110 (250 in Riviera ). Sono però le piccole imprese del settore meccanica (nella metropolitana circa il 29% delle
imprese) sulle quali l’impatto degli aumenti dei prezzi è più rilevante. “Il problema dell’aumento delle materie – spiega Riccardo Carlin – è diventato molto importante nel corso degli ultimi mesi.
L’aumento del costo è mediamente superiore al 30 % e questo influisce poi sul costo delle lavorazioni. Noi lavoriamo come piccole e medie imprese artigiane prevalentemente con privati che di fronte a questi aumenti sono decisi in tanti casi a rinunciare alla commissione. Si tratta di rialzi che con i venti di guerra in atto, tendono ad ulteriori incrementi. Altra considerazione da fare è quella sull’allungamento dei tempi di consegna dei materiali che in media mostrano una dilatazione di 25 giorni con punte nei laminati e reti metalliche di 31 giorni. I continui rincari e l’allungamento dei tempi di consegna rischiano di rendere insostenibili i preventivi accettati dalla clientela. E’ importante in questo momento che vi siano azioni a livello governativo per affrontare il problema e aiutare in modo concreto il nostro settore”.
Sul tema rialzi dei prezzi nel corso dell’anno 2021 i laminati sono saliti del 45%, l’acciaio inox +37,1%, rame +31,4% e l’alluminio sfiora il 30%. Infine un’altra considerazione riguarda la scarsità di manodopera specializzata. “Ne abbiamo fortemente bisogno – dice Carlin – ma trovarla più sempre più difficile. E tante offerte di posti lavoro delle aziende sono rimaste inevase”.
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