La burocrazia schiacchia le imprese italiane, con costi che arrivano a 33 miliardi l’anno. L’eccesso di adempimenti riduce in media il profitto lordo delle imprese del 39%: è la denuncia di Rete Imprese. “Il conto annuale per gli adempimenti burocratici delle micro e piccole e medie imprese assumono a circa 33 miliardi in media l’anno, 8000 euro per ogni impresa – dice il presidente di Rete Imprese Italia e di Confcommercio Carlo Sangalli – È un prezzo che nessun imprenditore merita di pagare: digitalizzazione e semplificazioni possono essere le soluzioni”. I dati si basano su un’indagine dell’Università di Trento.
“Bisogna riconoscere che se i tempi medi di pagamento si sono ridotti negli ultimi anni – dice Sangalli – restano comunque eccedenti rispetto agli obiettivi previsti e concordati nelle sedi internazionali. Bisogna ridurli ancora e subito, non solo per metterci alla prai con l’Europa, quanto piuttosto per il bene del nostro Paese e delle nostre imprese”. Ma non si tratta solo dei tempi di pagamento: c’è un gran bisogno di semplificazione. Tra gli adempimenti più gravosi quelli fiscali, la gestione delle paghe, i rapporti con gli uffici degli enti locali. Il mercato corre, ma la Pubblica Amministrazione mantiene i suoi tempi per cui, si legge nell’indagine, l’opportunità di vendere on line via Amazon è frustrata dalla mole degli adempimenti imposti dall’Ufficio delle Dogane: sono oltre 200. La normativa è di ostacolo persino rispetto alle questioni più semplici: un imprenditore citato dall’indagine denuncia le enormi difficoltà di assunzione dei propri familiari, di gran lunga superiori rispetto a quelle che ci sono rispetto all’assunzione dei figli dei propri operai. Ancora, Rete Imprese lamenta il fatto che lo Spesometro sia troppo lento, e che gli indirizzi Pec della Pubblica Amministrazione funzionino malissimo, così come, spesso, anche i call center. L’eccesso di bucrazia, denuncia Rete Imprese, favorisce l’evasione fiscale e il mercato nero.