Si è tenuta nelle giornate del 20 e 21 novembre a Roma, presso il The church Palace, la XXII Convention nazionale Donne Impresa. 115 imprenditrici giunte da tutta Italia. A far gli onori di casa la veneta Daniela Rader, Presidente nazionale del Movimento Donne Impresa. Nutrita la delegazione veneta, guidata dalla Presidente Ivana Del Pizzol e dalle componenti di direttivo Anna Parpagiolla, Antonella Boldrin, Barbara Barbon e Paola Zanotto. Una due giorni intensa che ha visto le nostre imprenditrici confrontarsi su temi importanti per il movimento, con l’obiettivo di definire nuovi modelli e nuove possibili azioni per la sostenibilità dell’impresa femminile affinché ci siano più donne al lavoro, con migliori opportunità di crescita e migliori condizioni di vita.
La convention dal titolo “L’impresa femminile sostenibile: dall’intuizione al modello” si è aperta con i saluti dalla Presidente Rader e con la presentazione dei dati del XIV Osservatorio sull’imprenditoria femminile a cura dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese. Le imprenditrici hanno seguito due tavole rotonde, una tecnica ed una politica e, tramite testimonianze, hanno declinato tradizione con innovazione. Si sono infine divise in 4 tavoli di lavoro per dar vita al raccolto legislativo del 2018. Le donne italiane sono le più intraprendenti d’Europa, ma il nostro Paese è agli ultimi posti nell’Ue a 28 per l’occupazione delle donne con figli e le condizioni per conciliare lavoro e famiglia. L’Italia conta 1.661.000 donne che svolgono attività indipendenti, un primato in Europa visto che, tra imprenditrici e lavoratrici autonome, il Regno Unito si ferma a quota 1.641.300 e la Germania ne registra 1.469.000. A trainare il lavoro indipendente femminile sono le 181.482 titolari di imprese individuali artigiane il cui numero è aumentato del 2,5% negli ultimi 10 anni. Insieme a socie e collaboratrici costituiscono un piccolo esercito di 354.882 donne, con una presenza prevalente in Lombardia (66.932), seguita da Emilia Romagna (37.343), Veneto (37.228), Piemonte (32.617), Toscana (31.430).
La classifica provinciale vede in testa Milano, con 17.967 donne con cariche in imprese artigiane. Secondo posto per Torino (16.186), seguita da Roma (15.012). Cinque le province venete che si collocano tra le prime venti per presenza di donne con cariche nelle imprese artigiane: Padova (7.564), Vicenza (7.400), Treviso (6.863), Verona (6.727) e Venezia (5.398). Ma le imprenditrici devono fare i conti con un welfare che non aiuta le donne italiane a conciliare il lavoro con la cura della famiglia. L’Osservatorio di Confartigianato mette in luce che la spesa pubblica è fortemente sbilanciata sul fronte delle pensioni e della spesa sanitaria per anziani che ammonta a 270,3 miliardi di euro. Invece, per le famiglie e i giovani la spesa pubblica italiana si ferma a 25,2 miliardi, pari al 3% della spesa totale della PA (rispetto al 3,7% della media Ue) e all’1,5% del Pil (rispetto all’1,7% della media Ue). Percentuali che collocano l’Italia rispettivamente al 18° posto e al 15° posto tra i 28 Paesi europei. Confartigianato ha analizzato anche costo e qualità dei servizi per la famiglia messi in campo dagli Enti locali. Si scopre così che soltanto il 57,3% dei Comuni italiani offre servizi di asili nido e servizi
integrativi per l’infanzia e che l’utilizzo di queste strutture è molto basso: a livello nazionale soltanto il 12,9% dei bambini con meno di 3 anni ha usufruito di tali servizi (in Veneto l’incidenza è ancora più bassa e pari nel dettaglio al 10,8%). E il loro costo, pari in media a 1.649 euro annui per famiglia – nelle 9 principali città di Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Bologna, Firenze e Bari – è quello che incide di più (35,6%) sulla spesa complessiva delle famiglie per tributi e servizi locali. Tutto ciò si riflette sull’occupazione femminile e sulle condizioni per conciliare lavoro e famiglia: Confartigianato ha calcolato infatti che il tasso di occupazione delle donne senza figli è pari al 56,9%, ma scende al 53,2% per le donne con figli. La forbice si allarga per le donne tra 25 e 49 anni: in media il tasso di occupazione per quelle senza figli è del 70,4%, mentre precipita al 56,7% per quelle con figli. Percentuali che fanno dell’Italia il fanalino di coda in Europa dove il tasso medio di occupazione delle madri lavoratrici tocca il 71,3% e addirittura in Svezia arriva al tasso record dell’87,4%. “Il nostro welfare pubblico – sottolinea Ivana Del Pizzol, Presidente regionale Donne Impresa – non aiuta le donne a coniugare il lavoro e la cura della famiglia. Da tempo come Movimento e come Associazione lavoriamo per un nuovo welfare in grado di fornire aiuti e servizi utili a semplificare la vita delle madri che lavorano”.