Un documento di proposte “fiscali” composto da ben 23 pagine in cui vengono argomentati e “emendati” 16 punti critici previsti nel disegno di legge di bilancio 2018. E’ stato questo l’oggetto dell’incontro, tenutosi lunedì al quartier generale di Confartigianato Imprese Veneto a Mestre, tra il Comitato Direttivo di Confartigianato Imprese Veneto, coordinato dal Presidente Agostino Bonomo, e ben 13 Parlamentari Veneti tra Deputati e Senatori, in vista dell’avvio dell’iter di esame dei provvedimenti “Fiscali e Legge di Stabilità 2018” che dalla settimana prossima sono oggetto dei lavori della Commissione Bilancio al Senato da cui parte quest’anno il non facile percorso parlamentare di conversione.
Per la Federazione erano presenti i Presidenti di Treviso, Venezia e Verona, Vendemiano Sartor, Salvatore Mazzocca e Andrea Bissoli ed i segretari provinciali Tiziana Pettenuzzo, Andrea Trombin e Giorgio Gagliardi. Presenti esponenti del PD di Forza Italia, Lega, Alternanza Popolare, Movimento 5 Stelle e Gruppo Misto: Amidei Batolomeo, Bellot Raffaella, Conte Franco, Dalla Tor Mario, Filippin Rosanna, Marin Marco, Moretto Sara, Piccoli Giovanni, Prataveira Emanuele, Rubinato Simonetta, Santini Giorgio, Spessotto Arianna e Stefani Erika.
Confartigianato Imprese Veneto ha illustrato 16 proposte di emendamento ai due testi di legge, corrispondenti ad altrettanti temi nei quali si segnalano disagi e, talvolta, netta contrarietà.
I principali sono:
Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale: sostituiscono già dal 2017 gli studi di settore. Non se ne conoscono gli esiti dell’applicazione pratica, neanche da simulazione. Si chiede: l’esclusione dall’accertamento fiscale basato sugli ISA e l’esclusione dell’applicazione per chi adotta il regime di vantaggio o il regime forfettario.
Spesometro: l’obbligo dell’invio trimestrale ha significato maggiori costi e maggiore pressione burocratica per le imprese. Si chiede: il ripristino delle vecchie regole che prevedevano un unico invio all’anno. Sanzioni su comunicazioni IVA e spesometro: il 2017 verrà ricordato come l’anno della COMPLICAZIONE FISCALE dove imprese ed addetti ai lavori hanno dovuto confrontarsi con adempimenti nuovi e ripetitivi ed una lentezza ed inefficienza dei sistemi informatici della Pubblica Amministrazione imbarazzanti. Si chiede: l’esclusione delle sanzioni per gli invii fatti nel 2017.
Obbligo di fatturazione elettronica: non si è contrari all’innovazione tecnologica ma questa deve andare di pari passo con una REALE semplificazione degli obblighi per le imprese. Non è concepibile assorbire questa ennesima imposizione senza prevedere un taglio degli altri adempimenti. Un anno con fatturazione elettronica obbligatoria, ISA, visti di conformità, comunicazioni trimestrali di IVA e spesometro, pos obbligatorio vorrebbe dire dare il colpo ferale alle imprese già chiamate a rispondere ad un mercato tuttora incerto. Si chiede: l’abolizione del visto di conformità, delle comunicazioni IVA e spesometro periodiche, degli accertamenti da ISA, dell’obbligo di POS, nel caso diventi obbligatoria la fattura elettronica. Visti di conformità sulle compensazioni: con l’abbassamento a 5.000 euro della soglia dei crediti oltre la quale è necessario far apporre il visto sulle dichiarazioni per poter utilizzare i propri crediti IRPEF, IRES, IRAP e IVA, ha fatto lievitare i costi burocratici per le imprese ed ha messo, di fatto, le ganasce al diritto dei contribuenti di poter sfruttare i propri crediti nei confronti dello Stato, diritto sancito dalle stesse leggi di quest’ultimo. Si chiede: il ripristino dei vecchi limiti per le compensazioni. Obbligo di dotarsi del POS: vi sono attività per le quali il pagamento tramite POS è inconcepibile in quanto il contatto diretto con privati e consumatori finali è nullo o minimo. Quest’obbligo ha rappresentato fin dall’inizio l’ennesimo balzello che ha la conseguenza di far crescere a dismisura gli oneri bancari in capo alle imprese. Si chiede: l’abolizione dell’obbligo o almeno l’esclusione per le categorie che non esercitano l’attività in pubblici esercizi, oppure il riconoscimento di un credito d’imposta pari alla somma spesa nell’anno per assolvere all’adempimento. Ritenuta d’acconto sui bonifici per lavori di ristrutturazione: questa norma ha contribuito ad incrementare in maniera cronica i crediti delle imprese verso lo Stato, soprattutto quelle in maggior crisi di liquidità e che operano nel comparto dell’edilizia. Si chiede: il ritorno della ritenuta al 4%. Regime di cassa: nonostante gli intenti positivi, la disciplina di questo nuovo regime è mal formulata perché porta a degli ingiustificati salti d’imposta dovuti solo a tecnicismi mal concepiti. Si chiede: lo scomputo delle perdite generate nell’anno di passaggio dal regime di competenza a quello di cassa, agli anni successivi. Riduzione dei tempi per detrarre l’IVA: dal 2017, gli anni a disposizione per detrarre l’IVA sugli acquisti sono stati ridotti da due ad uno. Questo provvedimento dalle giustificazioni inesistenti, può comportare un danno per le imprese, specie se usano fare acquisti in stock a fine anno, poiché avranno tempo solo fino ad aprile per registrare la fattura, pena la perdita del diritto a detrarsi l’IVA pagata. Si chiede: il ripristino delle vecchie regole in materia. IRAP: visto che ci sono ancora tante piccole realtà assoggettate a questa imposta inutile, e considerato che non si riesce ad ottenere una chiara ed oggettiva individuazione di chi è tenuto al pagamento e di chi no, Si chiede: l’innalzamento della franchigia di esenzione a 20.000 euro. IMU: non è ammissibile che l’IMU corrisposta sugli immobili dedicati all’attività non sia deducibile dal reddito d’impresa; per pure esigenze di cassa dello Stato. Si chiede: la possibilità di dedurre il 100% dell’imposta pagata e non solo il 20%. Comunicazioni dell’Agenzia Entrate sui debiti IVA periodica: il diritto a ricorrere al ravvedimento operoso va preservato. A chi non è riuscito a versare l’IVA a debito del primo trimestre 2017, va riconosciuta la possibilità di versarla almeno fino al 30 aprile 2018, giorno entro cui dovrà presentare la dichiarazione IVA. Pagando sì le sanzioni e gli interessi, ma in misura agevolata. Come, del resto, fino a ieri ha previsto e concesso la legge. Si chiede: il ripristino delle vecchia disciplina. Calendario fiscale: le continue scadenze, le spesso inutili proroghe dell’ultimo minuto, hanno portato ad aumentare la sensazione di oppressione subita dalle imprese. Si chiede: una vera e consistente semplificazione delle regole e del calendario fiscale, oltre ad una certezza degli adempimenti. IRI: secondo quanto prospettato dai maggiori quotidiani, gli effetti di questo nuovo regime di tassazione verranno posticipati all’anno prossimo, in barba alla serietà ed alla certezza delle norme che costituiscono il fisco italiano, e con buona pace delle imprese che hanno investito in costi amministrativi per adeguarsi ai requisiti che questo tipo di imposta prevede (?), prevedeva (?) o prevederà (?). Forse. Si chiede: di non modificare il periodo dal quale sono previsti i benefici dell’applicazione dell’imposta. Visto di conformità: al fine di consentire alle imprese associate a Confartigianato, di valorizzare il rapporto fiduciario esistente ed alla base dell’erogazione dei servizi di contabilità e fiscali, appare opportuno concedere il rilascio del visto anche per le associazioni di categoria. Si chiede: l’estensione dei soggetti abilitati al rilascio del visto. A tutte queste richieste si aggiungano quelle pienamente condivise e formulate dalla Confederazione nazionale, quali, ad esempio: la conferma delle percentuali di detrazione per i lavori di ristrutturazione, di riqualificazione energetica ed il cd “bonus mobili”; l’abolizione dello split payment. “Non potete chiederci la luna nel pozzo -ha concluso Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato Imprese Veneto-. Il fisco non può ridursi, per la maggior parte delle imprese, ad un crogiolo di ingiustizie e di intasamento burocratico a dispetto dei proclami di semplificazione rimasti sulla carta. Registriamo inoltre il crescere di indeterminatezza delle misure a carico del contribuente, lasciando molti aspetti applicativi a discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate. Tutto ciò sta facendo crescere nel nostro mondo, una voglia di scendere in Piazza”. Il dialogo con i Parlamentari presenti è stato ampio concreto e collaborativo. Confartigianato attende l’esito delle proposte al traguardo del Senato riservandosi ulteriori iniziative a sostegno quando l’esame arriverà alla Camera dei Deputati.