Le associazioni nazionali di categoria degli artigiani Confartigianato, Cna Federmoda, Claai e Casartigiani segreterie nazionali di Filctem, Femca e Uiltec, in sede di osservatorio nazionale del settore della moda, hanno proseguito nel lavoro di definire azioni comuni di contrasto innovativo al lavoro nero e contraffazione. In particolare sottoscritte e condivise le tabelle sul costo del lavoro nel comparto artigiano, al di sotto del quale il costo del lavoro deve essere considerato irregolare, presentare al Ministero della Giustizia un progetto di riforma dei reati in materia di lavoro nero e contraffazione nel sistema moda e quella di garantire la tracciabilità di tutta la filiera produttiva, come da anni chiediamo, con il progetto di etichetta parlante dove blockchain e sistemi rfid garantiscono la provenienza e la veridicità del prodotto e contaminare l’azione di contrasto nella moda con esperienze nate in altri settori, come ad esempio il progetto SOScaporalato della Cisl Alimentazione.
Tutto questo, in continuità con lo sviluppo delle attività previste dall’osservatorio nazionale, che sulla base di quanto condiviso nel rinnovo del ccnl dell’artigianato tessile/chimico del dicembre 2017, con la sottoscrizione anche del protocollo sulla legalità, stanno sviluppando tutte le iniziative sindacali e istituzionali a difesa del buon lavoro, della sicurezza dei lavoratori, per il rispetto di tutte le norme sulla legalità. Per una competizione utile alla crescita, tanto delle imprese quanto dell’occupazione, occorrono condizioni certe e capaci di premiare chi le regole le rispetta.
La definizione del costo del lavoro è una risposta concreta alla definizione di parametri per la sostenibilità economica dell’intero settore e a fenomeni di sfruttamento dei lavoratori nella filiera della moda, dove si riscontrano situazioni di salari e commesse non rispettosi dei contratti nazionali di lavoro oltre a quelli territoriali, sottoscritti dalle sigle sindacali maggiormente rappresentative sul territorio nazionale. Inoltre, stabilisce un parametro omogeneo per tutto il territorio nazionale, sulla base del quale andare a calcolare la sostenibilità d’impresa, onde garantire il rispetto dei diritti di tutti gli attori coinvolti nel processo produttivo”, continuano i sindacati. Importante la distinzione fatta propria dal tavolo, sostenuta dal rappresentante nazionale di Confartigianato, il veneto Giuliano Secco tra costo del lavoro e gli altri costi che l’impresa deve sostenere. Vi è uno scopo condiviso: porre un argine all’applicazione dei contratti ‘pirata’, sottoscritti da organizzazioni sindacali di comodo, scarsamente rappresentative sul territorio nazionale e che applicano salari al massimo ribasso, rispetto ai ccnl sottoscritti da Cgil, Cisl Uil e le parti artigiane”. Questa la riflessione del rappresentante di Confartigianato condivisa unitamente agli altri firmatari. Dobbiamo richiamare a un’azione congiunta anche i ministeri del Lavoro e dello Sviluppo economico, per promuovere insieme un argine coeso a sostegno della legalità”, aggiungono le varie organizzazioni. Su questo filone il presidente Secco si sta muovendo da tempo a difesa della categoria contrastando i fenomeni di abusivismo e di lavoro nero che danneggiano tutte le altre imprese ed a favore della giusta remunerazione del lavoro artigiano.
