Partito l’iter di discussione del Decreto Fiscale, l’azione preventiva di Confartigianato Imprese Veneto concretizzatasi, il 24 ottobre scorso, con la consegna a 13 parlamentari veneti di tutti gli schieramenti di un documento di 16 proposte “fiscali”, ottiene i primi risultati concreti. Alcuni emendamenti bipartisan di ieri colgono di fatto 4 delle proposte contenute: stop alle sanzioni sullo spesometro, invio annuale e possibilità di cumulare l’invio al Fisco delle mini-fatture (quelle fino a 300 euro). Non solo. Sul fronte Iva si ipotizza un dietrofront del Governo sulla stretta alle detrazioni: dall’obbligo di utilizzo nell’anno introdotto con la manovra correttiva di primavera, tutti i gruppi politici chiedono il ritorno dei due anni entro cui poter sfruttare la detrazione Iva. “Siamo di fronte a delle modifiche non banali – dichiara Agostino Bonomo Presidente di Confartigianato imprese Veneto -. E con soddisfazione sottolineo che alcune di queste sono state pensate e progettate proprio qui in Veneto e porteranno cospicue riduzioni di oneri per le nostre imprese. La richiesta ad esempio, di pagare l’IVA periodica prima del termine della dichiarazione annuale ridurrà anche del 60% le possibili sanzioni per il ravvedimento. Per non parlare poi dell’invio trimestrale dello spesometro che sarebbe costato alle 130mila imprese artigiane venete quasi 39milioni di euro di maggiori costi per l’adempimento”.
“La nostra azione di lobby non si ferma qui – prosegue Bonomo -. Tra le priorità che siamo dati cercheremo ora di convincere il Parlamento a ripristinare il diritto alle compensazioni dei crediti verso l’Erario ora oggetto di continue limitazioni imposte nel pieno disprezzo dei diritti del contribuente; maggiore chiarezza sui nuovi Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale che hanno sostituito gli studi di settore ed esclusione da ogni forma di accertamento derivante dalla loro applicazione; eliminazione degli accertamenti da ISA, dell’obbligo di POS, dei visti di conformità sui crediti, nel caso si introduca l’obbligo della fattura elettronica; eliminazione dell’obbligo di dotazione del POS o esclusione per le categorie artigiane che non operano in pubblici esercizi. Solo per citare quelle che ci interessano maggiormente”.
“Il Parlamento non può ignorare le nostre richieste che sono di buon senso – conclude Agostino Bonomo -. Il fisco non può ridursi, per la maggior parte delle imprese ad un crogiolo di ingiustizie e di intasamento burocratico a dispetto dei proclami di semplificazione rimasti sulla carta. Ricordo a tal proposito che l’incidenza dell’evasione fiscale sul PIL è in media del 12 – 13% nel corso degli ultimi 5 periodi di imposta (2011-2015) ne consegue, seppure semplificando grossolanamente, che l’87/88% dei contribuenti viene penalizzato dal restante 12/13%. Un 88% che chiede allo Stato di essere TUTELATO, non PERSEGUITATO. Registriamo inoltre il crescere di indeterminatezza delle misure a carico del contribuente, lasciando molti aspetti applicativi a discrezionalità dell’Agenzia delle Entrate. Tutto ciò sta facendo crescere nel nostro mondo, una voglia di scendere in Piazza”. Confartigianato seguirà con molta attenzione il proseguo della discussione delle proposte al traguardo del Senato riservandosi ulteriori iniziative a sostegno quando l’esame arriverà alla Camera dei Deputati.
