Perché bocciamo la patente a punti in edilizia

“La patente a punti in edilizia? Piuttosto il governo investa nella formazione con contributi ad hoc. Avendo operatori formati e certificati si innalza la qualità dell’operato delle imprese e si riducono notevolmente i rischi di incidenti ed infortuni sui luoghi di lavoro”. A dirlo sono Giovanni Bolzonella, capo categoria del comparto edile dell’Associazione Artigiani Piccola e Media Impresa “Città della Riviera del Brenta”, insieme al segretario dell’Associazione Giorgio Chinellato.

Per Bolzonella e Chinellato la patente a punti presenta diversi punti critici. Le imprese artigiane puramente edili, iscritte all’associazione va detto, sono circa 150, sono oltre 300 invece quelle iscritte complessive legate al comparto come elettricisti idraulici dipintori ed installatori. A decorrere dal 1° ottobre 2024, sono tenuti al possesso della patente le imprese e i lavoratori autonomi che operano nei cantieri temporanei o mobili ad esclusione di coloro che effettuano mere forniture o prestazioni di natura intellettuale. La patente è rilasciata, in formato digitale, dall’Ispettorato nazionale del lavoro. La patente è dotata di un punteggio iniziale di trenta crediti sono individuati i criteri di attribuzione di crediti ulteriori rispetto al punteggio iniziale nonché le modalità di recupero dei crediti decurtati.

“Gli oneri della “patente” graveranno immediatamente sulle piccole imprese e sui lavoratori autonomi  – spiegano Chinellato e Bolzonella. L’auspicio del legislatore evidentemente è non solo quello di dare razionalità al sistema di qualificazione delle imprese, ma anche quello di indurre le imprese che ancora non lo hanno fatto ad assumere comportamenti virtuosi, al contempo penalizzando o addirittura escludendo dal mercato le imprese con la patente “sospesa” o “ritirata”. Non possiamo nascondere che il timore è che molte aziende, per tante ragioni tra le quali forse anche le piccole dimensioni, la difficoltà ad operare in regime di concorrenza, e le molte difficoltà anche di natura economica, vengano spinte non ad adeguarsi ma a rifugiarsi in un mercato parallelo, come quello del subappalto abusivo”. Il rischio è quindi che si allarghi sempre di più uno spazio (illegittimo) ove non solo manca la patente, ma dove vengono meno tutte le regole alla base della correttezza del lavoro e dell’appalto. Nel frattempo l’azione combinata delle Associazioni di Categoria è riuscita a mitigare gli aspetti ritenuti più controversi del provvedimento: sono stati ridotti i punti che si perderanno in caso di violazioni in materia di sicurezza o nei casi di infortuni, rispetto alla versione originale del Decreto, e per le violazioni di natura penale (in caso di infortuni gravi o di morti in cantiere) i punti saranno detratti solo con sentenza passata in giudicato. Le sanzioni per il lavoro senza patente o senza i punti necessari vanno dai 6.000 ai 12.000 euro e comportano l’esclusione dagli appalti pubblici per 6 mesi. Per Bolzonella però la strada è un’altra per aumentare la sicurezza ed evitare infortuni è un’altra, non quella della patente a punti.

“Bisogna puntare soprattutto – conclude – sulla formazione. E lo Stato ci deve mettere dei contributi sostanziali. Con lavoratori formati la certificazione delle imprese è automatica. Come per le altre categorie anche per gli edili vanno create e moltiplicate le scuole che formano i giovani in modo attento e preparato a questa professione. Quelle che esistono nel nostro territorio funzionano bene”. Per illustrare questo provvedimento, l’Associazione Artigiani della Riviera ha organizzato degli incontri per le imprese questo mese si terranno il 14 e 21 giugno in sede a Dolo.

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