Calzature, il cambiamento climatico porta l'esigenza di una riorganizzazione delle stagioni
“Il cambiamento climatico porta all’esigenza una riorganizzazione delle stagioni invernali ed estive nel comparto della moda e dell’abbigliamento (e calzatura) posticipando di un mese le scadenze attuali“. A farsi promotrice di questa proposta per tutto il comparto è l’ Associazione Artigiani “Città della Riviera del Brenta” con Adriano Agostini imprenditore calzaturiero e capo categoria e il Segretario dell’Associazione Giorgio Chinellato.
“Da ormai una decina di anni – spiega Agostini – il cambiamento climatico ha portato delle grosse sfasature nelle abitudini dei consumatori a livello nazionale ed estero. Ad esempio la stagione calda, quella estiva, si prolunga mediamente di un mese. A settembre mese in cui parte per il comparto la stagione invernale, la gente è ancora al mare e ci resta da come si è visto negli ultimi 10 anni, fino ad ottobre. Anche la stagione fredda, al netto del fatto che la temperatura globale sta salendo, si prolunga di mediamente di un mese”. Questo per Agostini ha indubbie e negative ripercussioni sul fatturato e sul comparto. “I negozi che acquistano la merce per la canonica stagione estiva del comparto ad esempio – sottolinea – non riescono a venderla perché è ancora freddo. Quando si arriva a fine luglio scattano i saldi per il periodo, e di fatto invece la stagione estiva dal punto di vista climatico è appena cominciata. Risultato: tantissima produzione non viene venduta e ovviamente i commercianti ne acquisteranno molto meno negli anni successivi, senza contare le rese e i danni sia dei produttori che di chi vende“.
Agostini calcola anche il danno sui fatturati negli ultimi 10 anni di questo fenomeno. “Si può – dice – stimare che il calo di fatturato per la mancata “armonizzazione“ fra il nuovo clima e le vecchie scadenze legate all’organizzazione del comparto abbiamo portato ad un calo di introiti mediamente del 10 %”. Da qui la proposta di un cambiamento. “Abbiamo deciso – concludono Agostini e il segretario dell’Associazione Giorgio Chinellato – di portare avanti questa proposta nelle sedi delle categorie dell’artigianato dell’industria del commercio. Andrebbero spostate in linea con questa proposta e il nuovo clima, di un mese in avanti, anche gli appuntamenti fieristici internazionali, nazionali e locali. Solo attraverso una concertazione e una azione comune di tutti i soggetti coinvolti si potranno vedere nel medio periodo dei vantaggi. Certo la nostra è solo una proposta che potrebbe essere sperimentata. Valutandone effetti e conseguenze si deciderà poi se farla proseguire o no“.