Dolci delle ricorrenze artigianali, aumento dei consumi in riviera

Panettoni, focacce artigianali e prodotti di pasticceria, consumo in aumento in tutto il comprensorio della Riviera del Brenta. A fare il punto della situazione è Denis Riatto capo categoria del comparto panificatori, pasticceri e gelatai artigiani dell’associazione Artigiani e Piccola Impresa “Città della Riviera del Brenta”.

Riatto rappresenta 40 imprese, una trentina di imprese iscritte come panificatori e una decina di pasticcerie nel territorio dei 10 comuni dell’area. Si tratta di aziende di tipo prevalentemente famigliare, in cui il sacrificio e le ore di lavoro sono tantissime. Sono circa 120 i lavoratori impiegati in queste attività. “ Nel 2022 – spiega Riatto – nonostante la fine della pandemia (che costringeva le persone a scarsa mobilità), sono aumentati nel periodo natalizio i consumi di alimentari e prodotti della pasticceria e panetterie anche se con un
un trend minore agli anni precedenti. Se nel 2020 nello stesso periodo si era registrato un aumento medio di acquisti di focacce e panettoni artigianali del 20 %, ora ci si aggira sul 10% di aumento. Le nostre focacce e panettoni artigianali sono ovviamente diverse e più costose da quelle fatte su scala industriale, ma le ordinazioni da qualche anno in vista delle festività aumentano costantemente da diversi anni. La clientela apprezza la qualità dei nostri prodotti”.

“In termini quantitativi ogni panificio artigianale di medie dimensioni in Riviera ha prodotto dai 300 ai 500 fra panettoni e focacce quest’anno – assicura Riatto. La vendita del pane in questi ultimi tre anni ha avuto un incremento con il lockdown nella prima parte del 2020, poi è calata soprattutto nel 2021 con la riapertura di altre attività commerciali, ma è rimasta sempre a livelli buoni anche nel 2022 nonostante all’aumento dei costi legato al caro energia. Vanno bene anche per le festività dell’Epifania le vendite di dolciumi“.

Un aumento che i panificatori hanno tenuto volutamente limitato. “Si è aumentato mediamente il prezzo per far fronte all’aumento del costo di materie prime e trasporti di circa un euro al chilo – conclude Riatto. Molto meno di quello che si sarebbe dovuto e potuto”.

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