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di Roberto Bottoli Delegato al Made in Italy Unindustria Treviso Made In, ma chi l'ha visto? Per molti la normativa è già in vigore e valorizza le produzioni italiane. Non è vero, è tutto in stand by, nonostante le iniziative italiane in sede europea per raggiungere l'obiettivo di rendere obbligatoria l'indicazione del Paese di origine per tutte le merci che entrano in Europa da Paesi extra Cee. Chi nel corso degli anni ha seguito la materia, ha assistito, e sofferto, un'alternanza di sogni, vittorie parziali, entusiasmi e frustrazioni. Più volte infatti l'obiettivo finale sembrava ad un passo; il voto favorevole del Parlamento europeo giustificava la soddisfazione di esponenti di Confindustria e l'esultanza degli (e delle) europarlamentari italiani. Purtroppo, anche in sede comunitaria il Parlamento conta come
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“25 giorni di “numero chiuso”, da qui a luglio, per i camion in transito al Brennero. Un provvedimento unilaterale del governo del Tirolo austriaco che pesa come un macigno per le nostre imprese ma che è avvenuto nella totale indifferenza del nostro Paese. Un blocco alla libera circolazione che va contro i principi fondanti della Costituzione Europea da parte di uno Stato membro”. È la denuncia di Nazzareno Ortoncelli leader degli autotrasportatori di Confartigianato Imprese Veneto. “La norma già in vigore dal 22 marzo scorso - spiega il Presidente - prevede un numero massimo di 300 automezzi all’ora (uno ogni dodici secondi) sull’autostrada dell’Inntal. Il filtro è posto a Kufstein Nord e riguarda i camion provenienti dalla Germania e diretti verso sud. Il calendario dei divieti
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È il fattore emozionale la carta vincente del made in Italy, un brand fortissimo che nell’immaginario collettivo degli stranieri (e non solo) evoca uno specifico stile di vita, una qualità peculiare dei prodotti e delle esperienze, un certo tipo di suggestioni e di autenticità. Un valore vero che il Censis, in una sua recente indagine, ha stimato: nei prossimi 5-6 anni il numero di persone nel mondo, interessate all’acquisto di beni e servizi di alta qualità, passerà da 400 a 480 milioni, cui corrisponderà una spesa di circa 290 miliardi di euro che porterà il mercato globale del lusso a un valore di 1.135 miliardi l’anno. Attualmente il made in Italy intercetta circa il 10% di questo mercato e secondo Altagamma, ricorda il Censis, per
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“Chi non interviene eseguendo i controlli periodici, inoltre, mette sì a rischio la salute di tutti, ma attenta anche alla propria salute, sia a causa delle emissioni, sia per via delle esalazioni e malfunzionamenti che può avere l’impianto di riscaldamento”. A lanciare questo appello e monito sono Luca Vanzan, Giorgio Chinellato e Andrea Bernardi rispettivamente Presidente, Segretario e capo categoria impiantisti dell’Associazione Artigiani e Piccola Impresa Città della Riviera del Brenta. Gli artigiani della Riviera, pongono l’attenzione su un problema che da anni mettono in evidenza, cioè quello dei scarsi controlli agli impianti da parte degli utenti. “La stagione termica - spiega Bernardi - sta terminando e, come di consueto in questo periodo dell’anno, l’allarme Pm10 si è fatta sentire per il pericolo che causa alla
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Segnaliamo che la Commissione Europea ha fornito chiarimenti in merito ai criteri di applicazione dell’articolo 7 della Direttiva 2003/96/CE che consente agli Stati membri di applicare un’aliquota di accisa ridotta al cosiddetto “gasolio commerciale”, vale a dire al gasolio utilizzato - oltre che per il trasporto di merci - per “il trasporto di passeggeri regolare o occasionale con un autoveicolo delle categorie M2 o M3...”. (segue) L’importante pronunciamento che riconferma quello affermato l’anno scorso sul tema dell’estensione al noleggio autobus con conducente della riduzione dell’accisa sul gasolio già riconosciuta al settore del trasporto merci e agli altri segmenti del trasporto di persone con autobus, apre alla richiesta per il rimborso dell’accisa sul gasolio. L’Agenzia delle Dogane in data 12 Maggio 2017 rispose negativamente con una apposita circolare.
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A Roma Confartigianato ha costituito la categoria ‘Imprese del verde‘, a cui fanno riferimento le aziende dei settori del giardinaggio, della cura del verde e del florovivaismo. Alla Presidenza è stato eletto Christian Mattioli, imprenditore di Reggio Emilia e rappresentante regionale della categoria. Nel Consiglio direttivo, oltre al Presidente Mattioli, sono stati eletti Stefania Dal Maistro (Veneto), Marco Miori (Trentino), Cristiano Reali (Toscana) e Marco Nigro (Lombardia). Tra le priorità individuate dal gruppo dirigente nazionale vi sono il presidio del tavolo tecnico filiera florovivaismo istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il rilancio e la stabilizzazione del “bonus verde” introdotto dalla Legge di Bilancio 2018, il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore e il monitoraggio sul territorio dell’applicazione del profilo professionale del manutentore
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