Lunedì scorso si è tenuto un importante seminario di approfondimento tecnico sul tema degli Indicatori Sintetici di Affidabilità fiscale che hanno sostituito, già per l’anno d’imposta 2018, i famosi e controversi studi di settore.
L’incontro, moderato dal dr. Enzo Cillo, coordinatore della commissione fiscale di Confartigianato Imprese Veneto, ha visto il prezioso intervento di due relatori d’eccezione: il Capo divisione ISA di SOSE, la società a cui è affidata la costruzione degli ISA, dr. Danilo Ballanti e il Direttore delle Politiche fiscali di Confartigianato dr. Andrea Trevisani.
All’evento hanno partecipato circa 130 addetti del comparto servizi fiscali delle diverse associazioni Confartigianato operanti sul territorio veneto, i quali hanno reso vivo il dibattito attraverso quesiti e osservazioni sugli argomenti trattati. Dalla discussione sono emersi i tratti potenzialmente positivi dell’innovativo strumento di misurazione delle performance aziendali, con il quale l’Amministrazione Finanziaria assegnerà un voto da 1 a 10, abbandonando l’idea di utilizzare lo strumento come mezzo di accertamento fiscale, tipica degli studi di settore. L’intento apprezzabile, almeno in questa fase di pre-avvio, è proprio quello di voler offrire alle imprese un supporto tecnico per migliorare le proprie prestazioni; tanto che, oltre alla valutazione numerica, tipicamente scolastica, verranno messi a disposizione di ciascun contribuente ben 4 report descrittivi della situazione personale del soggetto e del mercato, con spunti per il miglioramento.
Rispetto alla semplificazione dei modelli, c’è da dire che si è passati dai 193 studi di settore ai 152 ISA, con un lavoro di accorpamento delle categorie di attività. Tuttavia, non è mancata anche un’analisi critica di alcuni punti emersi durante la trattazione: dall’attuale indisponibilità del motore di calcolo degli ISA, che rende per ora impossibile testare gli effetti concreti della loro applicazione e che impone un rinvio della elaborazione completa delle dichiarazioni dei redditi, ai dubbi sulla capacità che il nuovo modello statistico possa cogliere sin da subito le sfaccettature quotidiane che caratterizzano la vita delle imprese.
Da una proiezione costruita da Sose, si ipotizza che il 40% circa delle imprese e professionisti che adotteranno gli ISA (in totale sono 3.594.000 soggetti), saranno al di sotto del 6. Del 60% sopra la sufficienza, il 31% avrà accesso al regime premiale grazie ad un voto almeno pari ad 8. Nella manifattura, circa il 23% dei soggetti rischiano di non andare oltre il 4. Per i servizi, lo scarso potrebbe riguardare quasi il 29% delle imprese. Ma ciò che rischia di mettere in secondo piano gli apprezzabili spunti verso una svolta nel rapporto tra fisco e imprese, è soprattutto il calendario fiscale sempre più serrato e dai ritmi isterici. Questo, unito ai consueti ritardi nella distribuzione delle dotazioni tecniche necessarie per far fronte ai continui e sempre nuovi adempimenti, alle sempre più stringenti regole per l’utilizzo dei dati da parte degli intermediari, gettano le basi per un approccio tutt’altro che positivo nei confronti del neonato strumento.
Non è mancato poi lo spazio per affrontare anche altri aspetti tecnici legati agli attuali ed imminenti obblighi in capo alle imprese: dai corrispettivi telematici, alle beghe, ancora da risolvere, legate alla fattura elettronica. L’occasione, infatti, ha anche fornito un utile momento di spunto e di condivisione di intenti, da perseguire a livello associativo.