L’azienda del presidente del Gruppo Giovani di Confartigianato Verona è stata protagoniosta di un ampio servizio contenuto nella rivista Patrimoney. Ne riportiamo il testo.
Lavorare il ferro tra tradizione e innovazione: questo è l’obiettivo che Garmilli Fabbro-Tecnica ha deciso di perseguire nel tempo. E finora ci è riuscita. Nata nel 1913 nella provincia di Verona per volontà di Augusto Garmilli, da piccola bottega artigianale dedita alla lavorazione del ferro e alla produzione di carri per bestiame, si è sviluppata negli anni fino a diventare un’affermata realtà imprenditoriale del tessuto economico veronese. La svolta ci è stata con l’arrivo in azienda di Lorenzo, nipote del fondatore, che ha saputo coniugare l’arte della lavorazione del ferro con quella del legno e ancora oggi, all’età di 75 anni le sue opere scultoree continuano a stupire. Oggi in azienda è presente la quarta generazione, capitanata da Gabriele Garmilli. «Il mio ingresso nella società di famiglia è stato un po’ “movimentato”, come del resto è la fase dell’adolescenza», racconta Gabriele, che dopo aver terminato gli studi ha preferito lavorare come disegnatore meccanico in un ufficio tecnico, tra l’altro vicinissimo all’azienda. «Era troppa la voglia di indipendenza sia dalla azienda fondata dal mio bisnonno, sia dalla mia famiglia», puntualizza. Ma il suo destino aveva in serbo un disegno diverso… Sì, infatti. Nonostante mi piacesse lavorare come disegnatore, sentivo che la mia strada era un’altra e dopo 6 mesi ho cambiato idea: ho sentito il bisogno di tornare “a casa” per iniziare una nuova avventura. Il mio obiettivo era quello di trasformare in modo sempre più strutturato l’azienda. In bottega sono entrato all’età di 20 anni ma solo dopo un lungo percorso durato 10 anni, ho preso in mano le redini dell’azienda, diventandone titolare. Inizialmente la società si chiamava Garmilli Lorenzo Bottega del Fabbro, poi è stata ribattezzata in Garmilli FabbroTecnica. Come mai avete cambiato nome? Siamo una piccola realtà nel veronese ma siamo esperti e tecnici nell’arte del ferro e questo messaggio l’abbiamo voluto trasmettere ai nostri clienti e da Garmilli Lorenzo Bottega del Fabbro abbiamo deciso di aggiungere la parola tecnica. Un cambio non solo nominale: abbiamo, infatti, dato un taglio innovativo alla nostra produzione. Saper produrre però non significa anche saper vendere… Infatti, per questo ho deciso di avere al mio fianco Alessandro Marcolini che si occupa di promozione e comunicazione. Riteniamo di essere arrivati a un punto del business in cui è necessario fare un ulteriore passo: riuscire a saper vendere quello che noi sappiamo produrre bene. Noi artigiani abbiamo la capacità di produrre ma, oggi questo non basta. Per restare competitivi sui mercati internazionali è necessario saper comunicare con il mondo esterno ampliando il proprio raggio di azione, il che significa guardare a tutto il territorio nazionale e, perché no, anche oltreconfine. Oggi chi sono i vostri clienti? La maggior parte della nostra clientela è costituita da società pubbliche; per esempio forniamo l’arredo urbano al Comune di Verona. Un comparto questo che ci ha dato grandi soddisfazioni e per questo ci piacerebbe espanderlo, magari arredando altre città made in Italy. Da qualche tempo, poi, abbiamo deciso di diversificare il business anche nel settore privato con prodotti di arredamento e non solo, con prodotti ricercati, di design e qualità. Per questo abbiamo implementato le nostre strutture e i macchinari. Uno sforzo notevole da parte nostra, considerato il periodo economico che il paese sta attraversando, ma abbiamo deciso di crederci fino in fondo e i frutti non si sono fatti attendere molto, tanto che abbiamo la netta percezione di aver imboccato la strada giusta. Il 2017 è iniziato con parecchie scommesse, tutte da vincere.
Come è avvenuto il passaggio di generazione in generazione?
Da un punto di vista operativo su consiglio dei professionisti, dopo aver vagliato le possibili soluzioni abbiamo deciso di utilizzare lo strumento della donazione di azienda. Oggi, anche se a condurre l’azienda sono io, mio padre è e rimane una figura di riferimento. La passione con cui ha sempre fatto il suo lavoro è unica, tanto che nonostante sia in pensione viene in azienda quotidianamente per dedicarsi alle sue sculture di ferro.
Ci sono stati o ci sono dei momenti di attrito tra la vecchia e la nuova generazione?
Non mancano di certo e credo sia giusto così perché tengono accesa la fiamma e alimentano la dedizione per il lavoro e l’azienda di famiglia.
Ci sono stati dei professionisti che vi hanno seguito durante le fasi del passaggio di testimone?
Relativamente a questo ho deciso fin da subito, di affidarmi ad un consulente preparato sui temi del passaggio generazionale e della tutela del patrimonio, che è anche imprenditore e che tra l’altro conosce molto bene il mondo artigiano. Avevo bisogno di qualcuno che comprendesse velocemente le esigenze e che andasse subito al punto. Mi sono affidato con grande soddisfazione al Dott. Vanzini Mauro dello studio I.M.S, che fin da subito ci ha seguito ottimizzando il nostro rapporto con gli istituti di credito. Inoltre, sempre col Dott. Vanzini, stiamo assieme elaborando una pianificazione aziendale e successoria che ha l’obiettivo di garantire la continuità aziendale ed allo stesso tempo tutelare i diritti di tutti. Questo ci ha permesso di mantenere rapporti sereni in casa e in azienda.
Obiettivi per il futuro?
Dopo la piacevole esperienza in occasione del Fuori Salone di Milano, abbiamo messo nel mirino l’espansione sui mercati internazionali. Ci interessano particolarmente gli Usa ed è proprio per questo che abbiamo una versione del nostro sito in inglese. Un primo passo oltreoceano. Le piacerebbe poter affidare l’azienda di famiglia a suo figlio? Perché no? Sto per diventare padre di un maschietto e mi auguro che un domani decida di seguire le mie orme e respirare il profumo della soddisfazione, tra i muri di casa e quelli dell’azienda.