Almeno una ottantina di partecipanti da tutte le province del Veneto e anche da fuori regione, i vertici nazionali di ANIL Confartigianato e Cna Pulisecco e quelli veneti, i tecnici del laboratori di analisi tessile e chimico RITEX e Fratini oltre ad un chimico della Safechem hanno tutti contribuito a rendere davvero partecipata e interessante la presentazione/confronto sui risultati della ricerca commissionata, grazie al contributo di EBAV, sulle capacità di sanificazione dei principali metodi di lavaggio professionale. Seminario tenutosi presso il Centro Pulitura Pelli Viale dell’Artigianato, 31
Peraga di Vigonza (PD), domenica 6 maggio scorso.
“Una delle più rilevanti iniziative annuali dedicate alla categoria -hanno dichiarato Carlo Zanin e Fabiana Bianchini rispettivamente presidenti regionali di Confartigianato e Cna Pulisecco- rivolta a tutti gli operatori soci con la volontà di concorrere a conferire una nuova identità agli operatori: qualificarli come i professionisti del pulito, coloro che, oltre a trattare macchie, garantiscono l’igiene del capo che è stato loro affidato. La Globalizzazione assieme alla multi etnicità -hanno spiegato-, stanno caratterizzano l’evoluzione delle società. Evoluzione che porta ad una crescente esigenza (e domanda) di maggiore e corretta pulizia. Domanda che può e deve essere soddisfatta del settore della manutenzione tessile professionale. Nelle nostre lavanderie professionali vengono infatti utilizzati detergenti e macchinari che hanno caratteristiche decisamente superiori a quelle normali di casa a cui si sommano la professionalità ed esperienza dei manutentori”.
L’indagine di laboratorio affidata a RITEX e Laboratorio Fratini ha proprio la duplice finalità, misurando l’efficacia dei lavaggi professionali ad acqua, percloro, idrocarburi e SENSENE su 4 famiglie di agenti patogeni, di definire da un lato un nuovo posizionamento delle imprese
verso i consumatori e dall’altro dare indicazioni preziose su come migliorare l’agire quotidiano in azienda.
Il lavoro ha prodotto dei risultati per certi versi molto confortanti – i lavaggi professionali hanno mediamente delle capacità di sanificazione molto buone che, in alcuni casi, raggiungono livelli di vera e propria sanificazione – ma ha anche aperto a nuove curiosità e ad alcune necessità. E’ risultata, ad esempio, subito chiara la necessità integrare la ricerca con un lavaggio “casalingo” ad acqua da usare come pietra di paragone, mentre il lavaggio professionale ad acqua -per l’importanza che rivestono macchinari e prodotti chimici adottati in azienda (che si discostano molto da quelli usati in casa), ha aperto scenari di analisi ulteriore che dovranno però essere valutati e progettati a parte.
I risultati sono quindi stati condensati in una prima proposta di tavola sinottica (che in futuro potrà essere appesa in azienda per informare correttamente il consumatore sulla potenzialità e garanzie che offrono gli strumenti professionali) che è stata ampiamente discussa e valutata sino alla conclusione che va redatta in due tipologie: una più precisa da allegare ad una descrizione tecnica delle analisi fatte da dare come manuale di consultazione ai pulitintori, la seconda molto più semplice da pensare come mera azione di marketing verso i cosumatori. Il secondo appuntamento programmato dal progetto EBAV, da tenersi dopo l’estate, sarà l’occasione per valutare le due nuove proposte unitamente alle indicazioni su come utilizzarle.