Gli autotrasportatori di container veneto sono in agitazione. La gestione delle loro imprese rischia di saltare se non cambieranno le regole cui si trovano assoggettati e che allungano i tempi del loro lavoro erodendo la redditività dato che le tariffe sono ferme da anni.
“Siamo l’ultimo tassello del trasporto dei container che, dopo traversate intercontinentali, devono essere consegnati a destinazione, dovremmo arrivate in porto, caricare il container e portarlo a destinazione. E basta. Sembra semplice, ma invece tra inghippi e ritardi nel carico, controlli sull’integrità del contenitore, sulla sua pulizia, su documentazione e peso, senza parlare della viabilità e del traffico, tutto diventa più lungo e complicato e noi ci rimettiamo il nostro guadagno”, raccontano in sintesi i rappresentanti delle categorie, che fanno parte delle associazioni venete dell’autotrasporto CNA FITA, FAI e Confartigianato trasporti, Mariano Cesaro, Presidente CNA FITA Veneto, Gianni Satini, Presidente FAI Veneto e Nazzareno Ortoncelli, Presidente Confartigianato Trasporti Veneto.
Sono oltre 300 le aziende venete di autotrasporto impegnate nel segmento dei container, con migliaia di mezzi, migliaia di dipendenti, e reclamano un futuro per la propria attività, in un momento in cui il trasporto di merci da un continente all’altro è sempre più su container e su navi che ne trasportano fino a 20 mila a viaggio.“Sembra un paradosso, ma è la verità, tutto ormai si muove su container e una maggiore concertazione tra le parti interessate potrebbe garantire a tutti lavoro e reddito. Serve un accordo chiaro, serve una limpida distribuzione delle competenze e che a noi autotrasportatori siano tolte incombenze che nulla hanno a che vedere col nostro ruolo nella filiera. Solo così potremo garantire ai nostri dipendenti e a noi stessi di poter continuare nell’attività”, commentano ancora.
Nei mesi scorsi le Associazioni di categoria hanno sollecitato una soluzione ai problemi esposti, nel corso di incontri con i “gestori” dei servizi di logistica e con l’Autorità portuale. Contatti si sono avuti anche con i Prefetti, finalizzati al miglioramento del servizio di trasporto e alla corretta sostenibilità del lavoro. Constatando che nessun segnale di possibile cambiamento è arrivato, ad inizio aprile, nel corso di un’affollata assemblea di mestiere svoltasi a Padova, era stata decisa all’unanimità la proclamazione dello stato di agitazione delle imprese del settore.
“Sembra che sia imminente la convocazione delle parti dal Prefetto di Venezia e questo è un passaggio che riteniamo determinante per capire se c’è la volontà di creare le condizioni per risolvere i problemi esposti e poter affrontare il futuro con serenità e sostenibilità. Noi siamo pronti a fare la nostra parte e crediamo sia possibile giungere ad un accordo col quale mettere fine allo stato di agitazione”, concludono CNA FITA, FAI e Confartigianato Trasporti del Veneto.