Per oltre 400 piccole e medie imprese veneziane sta per finire l’incubo Sistri, ovvero quello della procedura informatica “fantasma” legata alla tracciabilità dei rifiuti pericolosi; sistema che, di fatto, non è mai diventato pienamente operativo.
Il Sistri (Sistema di tracciabilità dei rifiuti speciali) istituito nel 2010 e mai entrato effettivamente in funzione, sarà definitivamente soppresso a partire dal gennaio del 2019. Lo ha deciso il Consiglio dei Ministri attuando così nel Dl Semplificazioni, la volontà politica espressa dal Ministero dell’Ambiente.
Il Sistri è stato un fallimento poiché oltre a non essere mai entrato effettivamente in funzione, ha però comportato costi sostenuti dalle imprese coinvolte e dallo Stato che hanno superato i 141 milioni di euro dal 2010 ad oggi.
Il Sistri aveva lo scopo, assolutamente condivisibile e anzi necessario, di tracciare l’intero sistema di rifiuti speciali ma non è mai stato operativo. Le imprese aderenti hanno dovuto comunque pagare iscrizioni, adeguamenti tecnologici, aggiornamenti per i mezzi e per il personale in sanzioni, poi sospese, poi riattivate, quindi nuovamente sospese, esenzioni, eccezioni e vari obblighi per un periodo durato otto anni.
Il sistema, introdotto nel 2010 con un contratto secretato e affidato alla società Selex di Finmeccanica, fino ad oggi non è mai entrato in funzione ma ha nel frattempo comportato costi enormi per le aziende che vi avevano aderito e per lo Stato, subentrante in caso di mancato versamento da parte delle imprese, di conseguenza per tutti i cittadini.
Nel dl Semplificazioni questo sistema viene definitivamente cancellato a partire dal primo gennaio 2019: il nuovo sistema di tracciabilità dei rifiuti sarà invece gestito in maniera diretta dal Ministero dell’Ambiente e, fino alla sua piena operatività, i titolari soggetti alla tracciabilità dovranno continuare a usare il medesimo sistema utilizzato ora, quello cartaceo.
“Per troppe aziende, già in difficoltà con decine di pratiche burocratiche spesso inutili, si tratta della fine di un incubo – commenta il presidente della Confartigianato Metropolitana di Venezia Salvatore Mazzocca -. E su questo punto l’azione della Confartigianato è stata determinante, a partire dalle moratorie su cui si è spinto, che solo alle imprese artigiane della nostra regione in questi otto anni hanno fatto risparmiare 300 milioni di euro. In particolare, lo slittamento delle sanzioni a fine 2018 per la non attivazione del Sistri e l’esclusione dall’obbligo Sistri per tutte le imprese che producono rifiuti fino a 10 dipendenti, ha portato una cosa come 16.700 imprese artigiane del Veneto a risparmiare oltre 33 milioni di euro, a cui vanno aggiunti 271milioni e 440mila euro di
mancate potenziali sanzioni”.
Ora, se come auspicabile a giorni ci sarà il definitivo colpo di spugna a questo sistema, ma per la Confartigianato Metropolitana non vuol dire che sui rifiuti pericolosi non si debba fare nulla, anzi, “Da parte nostra – conclude Mazzocca – con la collaborazione delle associazioni imprenditoriali siamo disponibili assieme al Governo a realizzare un nuovo strumento per tracciare i rifiuti pericolosi, basato su una struttura semplice e ad alta
efficienza. Dovrà essere, in pratica, il contrario del Sistri” che, tra le altre cose, al primo click day di prova andò in tilt; un terzo delle imprese non riuscì a completare la procedura.